NZAJI

ENG

In Angola, the term madimba denotes a type of xylophone popular in the northeastern region of the country. According to Ambundu oral tradition, the art of the madimba was revealed to the people of this region by Ngola Kiluanji, the legendary founder of the Kingdom of Ndongo. Like the various types of xylophone recorded in sub-Saharan Africa, the madimba consists of a series of tuned wooden bars arranged in descending order on gourds that serve as resonators.

Its tradition is still preserved by several rural communities residing in the Baixa de Kassanje, an area of great importance in Angola’s modern history, the scene of the first revolt against Portuguese colonial rule and once an influential slave-trading center.

In my work I focus on the community of Bairro Nzaji, in the municipality of Quela. I portray its players, inhabitants of the village and local traditional authorities; I recount the rituals that accompany the construction of the instrument and allow its secrets passed down through the centuries to be revealed. Through its repertoire, madimba players preserve the memory of the places and the sovereigns of the Ambundu people, as well as the stories of struggle and resistance to slavery and colonialism that have marked this territory, memories and stories otherwise forgotten especially in the metropolitan areas of the country.

The work was realized as part of ethnomusicologist Nina Baratti’s research project on the relationship between music and urban identity in the current Angolan scene.

 

ITA

In Angola, il termine madimba indica una tipologia di xilofono diffusa nella regione nord-orientale del paese. Secondo la tradizione orale Ambundu, l’arte della madimba fu rivelata alle popolazioni di questa regione da Ngola Kiluanji, il leggendario fondatore del Regno di Ndongo. Come i vari tipi di xilofono che si registrano in Africa sub-sahariana, la madimba si compone di una serie di barre di legno intonate, disposte in ordine decrescente su zucche che fungono da risonatori. 

La sua tradizione è ancora oggi custodita da diverse comunità rurali che risiedono nella Baixa de Kassanje, un’area di grande importanza nella storia moderna dell’Angola, teatro della prima rivolta contro il dominio coloniale portoghese e un tempo influente snodo commerciale della tratta degli schiavi.

Nel mio lavoro mi concentro sulla comunità del Bairro Nzaji, nel municipio di Quela. Ritraggo i suoi suonatori, gli abitanti del villaggio, e le autorità locali tradizionali; racconto i rituali che accompagnano la costruzione dello strumento e permettono di rivelarne i suoi segreti tramandati nel corso dei secoli. Attraverso il suo repertorio, si mantiene viva in musica la memoria dei luoghi e delle gesta dei sovrani del popolo Ambundu, e le molteplici storie quotidiane di lotta e di resistenza alla schiavitù e al colonialismo che hanno segnato questo territorio, tradizioni altrimenti dimenticate soprattutto nelle aree metropolitane del paese.

Il lavoro è stato realizzato nell’ambito del progetto di ricerca dell’etnomusicologa Nina Baratti sulla relazione tra musica e identità urbana nell’attuale panorama angolano.