AMERICA'S CORNERS

ENG

As a flâneur from 19th century, I wandered in the streets of Boston, Los Angeles, and New York City, in search of inspiration. I intended to record through photography my personal experience as a foreigner living daily the urban space of the American cities. During this trip, I observed the US with foreign eyes, exploring differences and similarities with the old continent. From the East to the West coast, I noted how much places and landscapes can be different: I paid attention to the changes in climate, to the shades of light and the various architectures in which people constantly shape their own existence. However, I also discovered a European unity that I thought.

I found myself captivated by the anthropomorphic and industrial landscape of these cities, and particular object struck me: the street corners 

To my Italian eyes, street corners seem to embody North American culture at best. They mark a specific way of organizing urban space and express a unique identity. In their effort to catch the glaze of any passenger coming from all the directions, corners with multiple billboards and neon signs represent a sort of capitalistic anxiety, an entrepreneurial way of life of the city itself, with its own pace and shape. Their nature challenges Italian classical concepts of urbanism and subvert regular notions of facade and perpendicular prospects. Street corners are everyday objects: they can go unnoticed by accustomed routes but they always remain inevitable crossroads in the individual experience of the city.

ITA

Come un flâneur del XIX secolo, ho girovagato per le strade di Boston, Los Angeles e New York in cerca di ispirazione. Volevo raccontare attraverso la fotografia la mia personale esperienza di straniero che vive quotidianamente lo spazio urbano delle città americane. Durante questo viaggio, ho osservato gli Stati Uniti con occhi esterni, esplorando differenze e somiglianze con il vecchio continente. Dalla East alla West coast ho notato quanto i luoghi e i paesaggi possano essere diversi: ho prestato attenzione ai cambiamenti climatici, alle sfumature di luce e alle varie architetture in cui le persone danno costantemente forma alla propria esistenza. Tuttavia, ho anche riscoperto un’identità europea che immaginavo. Mi sono ritrovato catturato dal paesaggio antropomorfo e industriale di queste città, e un aspetto in particolare mi ha colpito: gli angoli delle strade.

Ai miei occhi italiani, gli angoli delle strade sembrano incarnare al meglio la cultura nordamericana. Segnano un modo specifico di organizzare lo spazio urbano ed esprimono un’identità unica. Nel loro sforzo di catturare lo sguardo di qualsiasi passeggero proveniente da tutte le direzioni, gli angoli con molteplici cartelloni pubblicitari e insegne al neon rappresentano una forma di ansia capitalistica, un modo di vivere commerciale della città stessa, con un proprio ritmo e una propria forma. La loro natura sfida i concetti classici italiani di urbanistica e sovverte le nozioni regolari di facciata e prospettive perpendicolari. Gli angoli delle strade sono oggetti quotidiani: possono passare inosservati nei percorsi abituali, ma rimangono sempre crocevia inevitabili nell’esperienza individuale della città.